Ragazzi, adulti, striscioni colorati hanno man mano preso possesso di Piazza del Popolo per arrivare a 25mila presenze. 2 ore di interventi prima dell’atteso discorso di Greta.
Una folla di giovani, ma non solo, ha riempito Piazza del Popolo nel giorno del #fridaysforthefuture che ha visto la presenza della giovane Greta Thunberg. Ragazzi, adulti, striscioni colorati hanno man mano preso possesso di Piazza del Popolo per arrivare a 25mila presenze. 2 ore di interventi prima dell’atteso discorso di Greta che è arrivata, intorno alle 12, insieme ad alcuni ragazzi del comitato romano della giornata romana, scendendo dal Pincio.
Sul palco sono salite da Alice, 9 anni, la più giovane attivista, a Miriam da Milano che parla con voce rotta dell’emozione e della signora che le raccontava come era la Pianura padana prima del cemento e della siccità. Poi c’è il giovane Stanislao da Terni, ragazzo delle medie, che parla della regione più verde d’Italia, delle acciaierie che hanno riempito i polmoni di tanta gente, degli errori che in nome dello sviluppo e di una crescita hanno portato questa regione a diventare l’emblema di un fallimento.
E poi Marilisa da Padova e Gianmarco da Napoli “Abbiamo 12 anni per non far bruciare la terra. La mia brucia già da 20 anni” e Marta da Palermo. Non vogliono essere strumentalizzati i ragazzi, non vogliono essere usati da nessuna forza politica dicono tutti “noi siamo la generazione che più ha vissuto il cambiamento climatico sulla sua pelle e siamo anche l’unica e l’ultima che può battersi per fermarlo”.
Tutti insistono nel chiedere un cambiamento nel sistema di sviluppo: bisogna pensare più alla nostra “casa” che ai nostri guadagni. Un’idea e un obiettivo precisi: continuare a scioperare ogni venerdì per farsi sentire, perché la politica non faccia orecchie da mercante e che faccia finta di ascoltare ma che poi vada avanti per la sua strada.
Ragazzi dalle medie all’Università, preparati, attenti come Federica, universitaria laureanda in Scienze biologiche che, dal palco invita tutti a riflettere sui termini che usiamo ogni giorno come meteo e clima, spesso confusi tra loro ma che indicano 2 cose ben distinte. Lo fa con sicurezza, con il piglio di chi sa di cosa parla. E’ lei una delle ragazze che è scesa con Greta dal Pincio. Non vuole perdere il suo futuro “Perché studiare se non per un futuro per il quale batterci?”.
E poi sul palco anche un “adulto” un grande: Antonello Pasini climatologo del CNR che prendendo la parola dice “Io sono della generazione che vi deve delle scuse. Abbiamo usato la natura come un deposito. Abbiamo pensato che acqua e aria non reagissero alle nostre azioni. Dobbiamo tutti considerare che i cambiamenti climatici impattano gli ecosistemi ma anche la vita quotidiana di migliaia di persone. Pensiamo al fenomeno delle migrazioni che non è solo legato alle guerre. 9 migranti su 10 vengono dal zona del Sahel, in Africa,dove il cambiamento climatico si è concretizzato con una grande desertificazione e quindi mancanza di cibo, acqua e si fugge per questo. Abbiamo bisogno di un patto tra giovani e scienziati per questa battaglia.”
E poi arriva Greta la giovane attivista svedese simbolo, oramai, della battaglia sui cambiamenti climatici: “ L’unica cosa di cui abbiamo veramente bisogno è il futuro. Molti di noi lo capiranno quando sarà troppo tardi. Siamo a un bivio per l’umanità. È ora che dobbiamo scegliere il sentiero da prendere. Siamo qui ora per scegliere e per invitare gli altri a seguire il nostro esempio. “Sarà una battaglia lunga, dice, che non si risolverà in pochi mesi e i giovani di tutto il mondo sono pronti a combatterla e a non fermarsi o farsi fermare”.
(Pubblicato su Tiscalinews 19 aprile 2019)