Clio Bittoni è dal 1959 moglie di Giorgio Napolitano ma non per questo ha rinunciato alla sua autonomia e indipendenza.
Il marito è stato l’uomo dell’anno per il 2011. I giornali stranieri l’anno incoronato re. E lei? Forse vale la pena conoscerla un po’ di più proprio in questo momento di passaggio da un’epoca in cui le donne, spesso anche se non sempre, erano ridotte al ruolo solo di belle ma, diciamo, con poco ingegno tanto che una delle tante giovani donne che hanno ruotato intorno all’ex Presidente del Consiglio Berlusconi, arrivò a teorizzare che “se una è racchia deve stare a casa”.
Ora la signora Clio Napolitano non è assimilabile al club delle racchie ( di cui però non si conoscono dettagli più precise) ed è di certo una donna che sa esattamente da dove viene, quanta strada ha fatto e le sua decisioni non l’hanno mai resa succube di nessuno.
Poche interviste, apparizioni centellinate ma sempre a fianco del marito nei momenti istituzionali della vita del Paese.
Proviamo a raccontarla partendo da una delle più lunghe interviste che la signora Clio abbia rilasciato, a Paola Severini per il suo libro “Le mogli della Repubblica”.
Prima di tutto il suo nome Clio, un regalo ad un amico greco dei genitori al confino a Ponza ed anche un nome laico che non fosse legato a nessun santo. Ma forse pochi sanno che è stata battezzata con il nome di Maria . Avvocato, fra le poche in Italia, in quegli anni, quelli del dopoguerra. Uno dei primi impegni è quello di occuparsi dell’applicazione di una legge sull’equo canone in agricoltura e racconta un episodio, che poi è anche la fotografia del suo rapporto con il Presidente, “mi ricordo che una volta ad Acerra, mio marito andò a fare un’assemblea di carattere politico, e quindi c’erano molti di questi agricoltori. E ad un certo punto sussurravano fra di loro vedi, quello è il marito dell’avvocato nostro!”.
Avvocato donna agli inizi degli anni 60. Bisognava avere molta forza perché i clienti dovevano fidarsi prima di tutto proprio perché di genere femminile. Una scelta fatta in tutta coscienza da parte di chi aveva masticato la politica da piccola in giro con la mamma, socialista, nelle sezioni, nelle manifestazioni.
Una donna nata e cresciuta nella politica e che ha legato la sua vita proprio ad un politico. Una vita segnata quindi dall’impegno ma certamente una donna autonoma, indipendente che ancora oggi va in giro da sola, va a fare la spesa dal suo macellaio di fiducia. Una donna che però la sera della prima alla Scala si presenta con un abito firmato Muriel, solare e raffinato. La sua autonomia nulla toglie al suo essere donna. Forse perché ricorda la battaglia per il voto alle donne, forse per il lavoro che ha scelto ( e ricorda che fino al 9158 le donne non potevano nemmeno fare, per esempio, il concorso in magistratura e forse anche per la sua capacità di trovare il giusto equilibrio tra la sua indipendenza e la vita con un marito con una carriera politica molto impegnativa. Quando lui è diventato Presidente della camera dei Deputati lei ha lasciato il suo incarico presso il centro studi legislativi di Montecitorio.
Eppure un matrimonio che dura dal 1959 anche se all’inizio, come la signora Clio racconta a Paola Severini, “quando ho iniziato a uscire con lui ero a Roma per fare la pratica d’avvocato, quindi non avevo soldi….allora nella mia famiglia si diceva !”.
Un matrimonio che ha attraversato gli anni difficili dell’Italia del 68 e degli anni di piombo. Una vita fatta degli amici di sempre, del partito ( a cui, una volta, bisogna devolvere una parte del proprio stipendio da deputato o senatore), dei figli e soprattutto della passione per la cultura:musica, cinema, teatro.
Ha fatto scalpore quando la coppia presidenziale ha acquistato, per proprio conto, i biglietti per una prima al festival di Roma, spiazzando gli organizzatori che normalmente sono subissati da richieste di ingressi gratuiti. E durante le ultime feste natalizie, a Napoli, si sono presentati al botteghino di un cinema in centro e si sono seduti, tranquillamente, tra il pubblico.
Ecco Clio Napolitano può essere considerata l’interprete più “laica” della moglie di un Presidente della Repubblica. E forse se è vero che l’Italia sta cambiando forse lo stile del futuro potrebbe essere il suo.
(pubblicato su www.lindro.it)