Il Procuratore Nazionale Antimafia, Pietro Grasso, e’ sempre stato un servitore dello Stato ma in questo momento ,se mai fosse possibile,lo e’ ancora di piu’.E’stato appena pubblicato il suo ultimo libro “Soldi sporchi” che mette a nudo meccanismi,luoghi,persone che fanno del riciclaggio oggi la piu’ grande azienda italiana. Piu’ di Eni,Unicredit e Intesa San Paolo. Questa industria , in Italia, ogni giorno produce 440 milioni di euro che significano 17 milioni l’ora, 285 mila al minuto e 4750 al secondo.
In Italia ci sono circa 270 miliardi di imponibile evaso pari a circa 120 miliardi di tasse non pagate. La corruzione si attesta tra i 50 e 60 miliardi. Il giro d’affari delle mafie e’ di circa 180 miliardi. Pensando a queste somme ci si rende conto di come esista un mondo economico parallelo che puo’ comandare e dirigere intere nazioni.
1/3 della nostra economia e’ dal sommerso e non produce nulla per il PaeseQuello che emerge dalla parole di Pietro Grasso e’ infatti che nel mondo globale tale e’ anche l’economia e la finanza legata al crimine organizzato ha trovato il suo posizionamento dal Delaware allo “spallone” polacco. Dalla funzionaria di banca di Napoli (legata alla famiglia Iorio) al consulente finanziario. Oramai, dice Grasso,citando la Comunita’ Europea “non c’e’ traffico criminale senza corruzione o abuso”.
“Oggi-dice il Procuratore-dobbiamo impegnarci per rendere giustizia a tutti quei cittadini che pagano e contribuiscono a far andare avanti il Paese“.
Pietro Grasso ricorda la legge Rognoni-La Torre (approvata non tanto per l’omicidio La Torre quanto per quello del Prefetto Dalla Chiesa) e di come il boss Bagarella avesse detto “Cominciate a mandare i soldi in Germania perche’ fra poco non ne sentirete neanche l’odore”. Questo serve a capire come i mafiosi abbiamo intuito, prima di tutti, l’importanza di trovare vie alternative per investire i propri bene. Il crimine organizzato e’ oramai collegato a professionisti (commercialisti, funzionari di banca,avvocati, intermediatori finanziari) che sanno esattamente dove portare i soldi, come farli sparire. In una delle ultime operazioni della Procura di Reggio di Calabria c’e’ l’intercettazione di un avvocato che consiglia di non fare societa’ in Svizzera ma negli USA poiche’ in Svizzera non esiste piu’ il segreto bancario ( e Grasso fa notare che l’avvocato era a conoscenza di un accordo bilaterale appena stipulato).
Un’altra chicca, se cosi’ si puo’ dire, citata dal Procuratore Grasso, e’ l’atollo di Nuru, nel Pacifico, dove ci sono, praticamente solo banche dove si possono versare soldi senza alcun problema. Tanto piccolo l’atollo che il Presidente ha la sede in un grattacielo a Melbourne ma possiede una flotta di Boeing pur non avendo un aeroporto!Un altro dato del riciclaggio riguarda per esempio i soldi del narcotraffico che secondo Antonio Maria Costa, della Direzione della Nazioni Unite sul Crimine e la Droga, hanno salvato numerose banche. Si parla di circa 400 milioni di dolalri.
D’altra parte alla fine degli anni 70 il Capo dei cartelli colombiani provo’ a negoziare la sua liberta’ offrendosi di ripianare il debito pubblico della sua nazione. E Pietro Grasso dice “Non vorrei che succedesse anche qui”.
I colombiani oggi, per esempio, usano il know how italiano per riciclare e lavare i loro soldi. Non esportiamo solo il made in Italy, quindi!
Un’altro esempio della capacita’ di organizzazione del crimine organizzato e’ dato anche dal “fenomeno” delle banconote da 500 euro (cioe’ la loro mancanza sul mercato). Infatti se devi trasportare soldi e’ piu’; facile, meno ingombrante e meno pesante farlo con quel taglio. Un esempio 10 milioni di euro in banconote da 500 pesano solo 1 kg. e 800!
L’allarme arriva anche da Banca di Italia e la Dott.ssa Anna Maria Tarantola evidenzia come nelle aree con più alta densità criminale l’impresa paga più caro il credito. “La presenza del crimine organizzato scoraggia gli sforzi fisici ed umani delle imprese. E’ un fardello pesante per la crescita e lo sviluppo. C’è in queste aree la distruzione del capitale sociale. In uno studio, voluto proprio da Bankitlia, si evince , per esempio, come in Calabria il fenomeno ‘ndranghetistico abbia rallentato la formazione delle nuove generazioni ed abbia influito su una massiccia emigrazione da quella terra”
Paghiamo dazio a questa situazione perche’, dice il Procuratore, ” non ci e’ stato imposto il rigore. La ricerca del consenso elettorale si e’ basata su sgravi e agevolazioni. E’ stato smantellato il falso in bilancio. Oggi tutto e’ in vendita. Si pensa di poter usare il denaro per acquistare la propria liberta’. D’altra parte si e’ appena scoperto che 188 mila italiani con una denuncia di redditi di circa 20mila euro l’anno hanno macchine di grande cilindrata”.
Insomma è vero quello che si legge nel libro “viviamo in mezzo ai soldi sporchi, quelli del crimine e spesso li alimentiamo senza saperlo”.
Regole certe, adeguate risorse, armonizzazione delle prevenzione e repressione. Queste le armi di cui dotarsi per combattere un fenomeno che inquina il mercato e condiziona la vita economica e sociale di intere nazioni.
(pubblicato su www.malitalia.it e su www.lindro.it)