Amianto morte a rilascio lento

4000 morti l’anno.30 milioni di tonnellate di amianto da rimuovere.

 Eternit, fibra killer. Comunque lo si voglia chiamare questo minerale cancerogeno, utilizzato dall’industria italiana sin dai primi anni del ‘900, ha attaccato, e in troppi casi stroncato, la salute e la vita di migliaia di uomini e donne italiane.

 Nelle case, nelle fabbriche, negli ospedali, nelle scuole, in ambito domestico, nei mezzi di trasporto, sulle spiagge, in ogni dove l’amianto, per quasi un secolo, è stato il compagno di  vittime inconsapevoli.

Nel 1992 un provvedimento legislativo ha bandito la fibra killer dal territorio italiano eppure il numero delle vittime e dei processi per malattia professionale ed esposizione all’amianto continuano a crescere. Dall’entrata in vigore della legge sono state presentate piu’ di 600.000 domande di risarcimento tramite INAIL.

 L’Italia è stata, da sempre, il secondo paese produttore europeo e tra i principali consumatori di amianto, soprattutto negli anni ’60 e ’70 e secondo le stime del CNR e di Ispesl ce ne sono ancora 32 milioni di tonnellate sparse per il territorio nazionale e un miliardo circa di metri quadri di coperture in eternit sui tetti. La Germania ha scoperto i pericoli legati all’amianto nel 1943, mentre in Italia la legge, che vieta l’utilizzo di questo pericolosissimo materiale, risale solo al 1992

L’amianto e’ responsabile di malattie mortali come l’asbestosi, il cancro ai polmoni o il mesotelioma, e proprio per questo, con la legge n. 257, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del 13 aprile 1992, era stato deciso di toglierlo completamente dalle scuole. Ebbene, dopo 18 anni dalla legge, ci sono oltre 2400 scuole con l’amianto nei tetti e nelle pareti, costituendo un pericolo mortale per i bambini e il personale che ogni giorno va a scuola, e queste scuole sono principalmente distribuite nel Nord: a Milano si sa di almeno 34 istituti, dove l’amianto è presente e bisognerebbe procedere a bonifica. A Torino si indaga sulla morte di 28 docenti che potrebbero essere imputabili alla presenza di amianto nelle scuole. A Roma in un plesso scolastico, che accoglie oltre 1000 bambini al giorno, ci si accorge, per caso, che le scossoline del tetto sono di amianto. I genitori si mobilitano ma ci sono voluti circa 4 anni per ottenere la bonifica. Quanti bambini sono passati in queste scuole in tutti questi anni? E soprattutto, considerato che il tempo di incubazione della malattia supera i 30 anni cosa ne sara’ di questi bambibni, se mai si ammaleranno chi potra’ dire da cosa dipende?

Il governo, nel gennaio 2009, ha stanziato 358 milioni per la bonifica delle scuole. Dopo 16 mesi sono stati reperiti i fondi e la delibera e’ diventata operativa. Ma non ci sono dati certi su quante scuole e a che punto sia la bonifica. Non un censimento reale e notizie certe.

Intanto proprio in questi giorni, a Mantova, e’ stato bloccato un appalto per la costruzione di scuole elementari su un’area contaminata da amianto. E il 30 ottobre a San Giorgio nel Sannio ci sara’ un banchetto informativo sul caso amianto alla ex poste di via De Gasperi.

E nel Parco Nazionale del Circeo, quindi zona protetta e controllata, e’ stata individuata una discarica con guaine per tetti, scarti di lavorazione edile.

E da Gela, a Pescara, a Casale Monferrato (il caso piu’ eclatante), alla Basilicata, alla Calabria non c’e’, area, scuola, industria che non sia toccata dal pericolo amianto. Eppure esiterebbe  anche un Piano Regionale Amianto per il censimento, la bonifica e lo smaltimenti dei materiali contaminati ma solo 13 Regioni, delle 20 che compongono il nostro paese, stanno provvedendo in questo senso, ed anche in questi casi la bonifica dei siti inquinati non è sempre attuata, se non nelle regioni Lombardia e Sardegna, che si sono poste come obiettivo la bonifica rispettivamente entro il 2016 ed il 2023.

L’Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS) dichiara che, nel mondo, ci sono circa 125 milioni di lavoratori esposti ad amianto  e, secondo alcune stime,  ci saranno ulteriori 500 mila vittime dell’amianto in Europa entro i prossimi 15 anni. Un calcolo, sempre di OMS, dice che,in base agli attuali livelli di esposizione, si verificheranno 5 morti per tumore polmonare e 2 per asbestosi per ogni 1.000 lavoratori esposti. La stima di decessi (ogni anno del prossimo decennio) tra i lavoratori esposti ad amianto è di 43.000 per mesotelioma e di gran lunga maggiore è quella per tumore polmonare. E alcune stime parlano di 10 milioni di vittime, in tutto il mondo, nei prossimi 20 anni! 

E non si smette di produrlo in testa la Russia seguita da Cina, Kazakhstan, Brasile, Canada, Zimbabwe e Colombia. Ogni varietà di amianto è oggi bandita in 52 paesi, in maggioranza in quelli di vecchia industrializzazione, cioè in meno di un terzo di tutti quelli che sono membri dell’OMS. Un numero maggiore di paesi aderenti all’OMS ancora impiega, importa ed esporta amianto e prodotti che lo contengono (http://www.ispesl.it/amianto/amianto/presenza/tab_2.htm).

La  maggioranza della popolazione mondiale ( nei paesi asiatici, dell’Europa orientale, dell’America Latina e dell’Africa) vive ancora in strutture ed aree dove si continua ad usare amianto senza misure di protezione ma soprattutto i maggiori produttori ( Cina,Russia, India, Brasile) sono anche i paesi piu’ popolati al mondo.

E non sono sufficienti gli ammonimenti delle Organizzazioni Internazionali per bloccare questa pandemia silenziosa che ha aggredito ed aggredisce milioni di persone.

 (pubblicato su www.malitalia.it e su www.lindro.it)