Lunedì 17 ottobre il Tribunale della Capitale ha messo i sigilli al Teatro Ghione ( in declino negli anni Settanta, riscattata nel 1980 da Ileana Ghione, una delle più grandi atrici del teatro italiano) di via delle Fornaci, a due passi dal Vaticano. L’operazione è scattata su richiesta della DIA di Reggio Calabria. Tutto nasce dall’operazione, di circa sei mesi fa, denominata “Overloading”, sul traffico di droga che ha visto 70 persone arrestate fra cui un colonnello dei Carabinieri in servizio a Bolzano.
L’operazione di lunedì ha portato al sequestro di trenta società di capitali, dieci dite individuali, nove fabbricati, 16 terreni, 28 automezzi e quote societarie, polizze vita ed altro. I riflettori degli investigatori sono stati puntati sull’imprenditore Federico Marcaccini, 34 anni, detto “il Pupone”, ritenuto proprietario dell’immobile e affiliato al clan degli Strangio di San Luca. Il patrimonio riconducibile a Marcaccini conterebbe anche due alberghi in Sicilia e nel Lazio, nonché numerose aziende in gran parte a Roma.
Ma cosa sta succedendo nella Capitale? 26 omicidi dall’inizio dell’anno. Alcuni in pieno giorno e in zone centrali. Quasi sembra di essere tornati ai tempi della Banda della Magliana.
Il Prefetto di Roma, dinanzi alla Commissione Parlamentare Antimafia traccia un quadro della situazione attuale definendo ruoli, spazi e interessi di Cosa Nostra, ‘Ndranghtea, Camirra e delle mafie straniere.
Il bar De Paris, il George’s, il Bar Chigi tutti inclusi nelle inchieste legate alla ‘ndrangheta. Famiglie come gli Alavro, i Gallico, i Palamara .attive sul centro città ma anche nell’hinterland e nell’area dell’aeroporto di Fiumicino (espressamente per il traffico di stupefacenti).
Cosa Nostra è attiva con la famiglia Stassi, legata agli Accardo della famiglia di Trapani, con interessenze nella ristorazione. Mentre sul litorale romano troviamo il gruppo Triassi legato alla famiglia Cuntrera-Caruana. A Civitavecchia ( come da procedimento della DDA di Roma) sono interessati le famiglie gelesi dei Rinzivillo ed Emanuello.
La Camorra a maggio ha subito un duro colpo con l’operazione condotta contro la famiglia Mallardo di Giugliano. IL GICO di Roma ha arrestato 6 soggetti facenti parte della cellula camorristica che curava il riciclaggio e “lavaggio” dei proventi liquidi del clan.
A Roma a luglio è stato poi arrestato Emilio Esposito, un esponente di spicco del clan dei casalasei.
E questi solo alcuni dei dati riportati dal Prefetto di Roma alla Commissione: “sembra emergere una imprenditorialità mafiosa costituita da gruppi di imprenditori, professionisti ed altre figure che, in cambio di favori o altre utilità,cura gli interessi delle cosche.Questi ultimi soggetti, spesso di basso profilo criminale per gli organi investigativi, risultano comunque essere personaggi di non trascurabile spessore per le rispettive organizzazioni, attese le loro specifiche competenze e capacità individuali nella gestione delle attività economico-finanziarie”.
Insomma una città presa d’assedio dove la crisi economica ha aperto varchi di penetrazione a strutture criminali con grande capacità di gestire ingenti liquidità e che oramai non si dedicano più solo alla ristorazione ma che sono entrare anche nel settore cultura, che tra i tanti quello che in questo momento sta segnando il passo più di altri. D’altra parte secondo il Ministro Tremonti la cultura non dà da mangiare. Smentito clamorosamente dalle organizzazioni criminali, che di affari se ne intendono!
(pubblicato su www.malitalia.it e www.lindro.it)