Il documentario, l’arma più forte in un Paese dove c’è “troppa libertà di stampa”

(di Luisa Pronzato)

4 maggio 2010. Parola del premier Silvio Berlusconi davanti ad Angel Gurria, segretario generale dell’OCSE, nella sala dei galeoni a Palazzo Chigi. L’occasione è la presentazione del rapporto OCSE sulla capacità di risposta alle catastrofi naturali da cui l’Italia esce con un giudizio positivo. Il giorno prima, nel rapporto 2010,sulla libertà di stampa nel mondo redatto da Freedom House, l’Italia è retrocessa da paese “free” a “partly free”, in compagnia di Israele e Taiwan. Paese “parzialmente libero”:72° nel mondo, a pari merito con India e Benin, dietro a Cile e Corea del Sud,e ultimo nell’Eurozona.

Documentari che “prendono parte” o che sono parte. Tutti giù per aria, nata dall’idea di un cassaintegrato Alitalia. Sono fatti di immagini che si integrano con archivi personali. E’ il caso di Una montagna di balle. Lo stesso accade per Malitalia. “Reportage con la tecnica della narrazione diretta senza voci esterne, nato dalla voglia di far parlare persone e luoghi incontrati nel nostro lavoro e far conoscere l’ordinarietà della vita con le mafie” racconta Laura Aprati, giornalista che per realizzare il documentario si è fatta produttrice di sé stessa.

”Molto il materiale arrivato da collaboratori volontari. Integrato con pezzi-interviste esclusivi e inediti: come Giuseppe Linares, capo della squadra mobile di Trapani, sotto scorta dal 2004, Antonio Birrittella, ex mafioso della famiglia Denaro, diventato dichiarante di giustizia, Roberto Battaglia, imprenditore casertano che ha fatto arrestare il cugino di Sandokan”. Il documentario della Aprati racconta anche un’altra storia di distribuzione. Passano ai festival, in piccoli spezzoni su diverse reti tv, presente su You Tube, su corriere.it e soprattutto “continua” attraverso un sito e da una pagina di Facebook di oltre 2300 fan, “giovani e non solo del Sud, attenti al fenomeno mafia e alle ripercussioni in Italia”.

(tratto da “Almanacco Guanda 2010 Malaitalia, dalla mafia alla cricca e oltre)