A Filadelfia, in Calabria, abita la morte, quella che uccide e non si vede, che fa “sparire” nel nulla i morti…
A Filadelfia, 15 km dal mare e 15 km dagli splendidi boschi delle Serre Calabre, si muore ancora di “lupara bianca” e da 15 anni si vive tra violenze, omicidi, droga, estorsioni. A Filadelfia 7000 abitanti e 7 carabinieri, che rappresentano lo Stato. Uno ogni 1000 abitanti. Una goccia nel mare…
A Filadelfia nessuna traccia, nessuno che parli. Solo paura e omertà. Qui la pietà è una parola scomparsa, perduta e ne sanno qualcosa le mamme di almeno 6 ragazzi, tra i 21 e i 29 anni, spariti negli ultimi anni nel nulla. Qui al massimo resta solo un piede in una scarpa da tennis. Un piede a cui il DNA ha dato un nome e che una mamma rifiuta di riconoscere come quello del figlio. Qui si vive di morte ma anche di speranza. La speranza di un errore, di uno scambio… la speranza che quel figlio un giorno apra la porta di casa e saluti come se nulla fosse mai successo.
A Filadelfia una mamma si considera “fortunata” perché di suo figlio ha almeno “un osso”. Una fortuna in questa terra dura, aspra in mano a uomini senza cuore e senza scrupoli, per i quali la morte è solo un mezzo, uno strumento,“un messaggio” da inviare.
A Filadelfia c’è una mamma, da cinque anni, che chiede almeno giustizia. Anche questa, qui a Filadelfia, può diventare una fortuna.