“Non pensiamo in termini di diritti, equità, solidarietà, soluzioni effettive. Pensiamo in termini di ‘buoni/cattivi’. Siamo in terza elementare e neanche lo sappiamo.” Così scrive oggi un collega sulla sua bacheca di face book e io sottoscrivo. Già ieri sera quando è uscito il primo lancio di agenzia, su Rai e licenziamenti per gravidanze, mi sono chiesta perché?
Perché tutta questa storia? Questo clamore? Io lavoro in RAI da 12 anni, con partita IVA quindi sono una libera professionista. Quella clausola ( che nel mio contratto è al punto 12) dice che se qualora tu fossi malata, avessi un grave impedimento ( che può essere un lutto,un incidente etc.), una gravidanza ( che si sa può essere a rischio) se non produci ciò che è richiesto dal contratto non vieni pagata. Non c’è scritto che vieni licenziata perché noi non siamo dipendenti a tempo indeterminato, prestiamo la nostra opera.
Ora se sei un libero professionista sai, a prescindere dalla RAI, che se non lavori non incassi e esci di casa anche se hai la febbre, lavori sino a due giorni dal parto.
Il punto secondo me è che ci sia focalizzati su qualcosa che colpisce ma non è sostanziale.
Sostanziale è che il contratto a partita iva nasconde un lavoro subordinato e continuativo. E i sindacati cosa hanno fatto fino ad oggi?
Sostanziale è che un collaboratore arriva a prendere 80 euro a puntata lorde e spesso ci rimette anche le spese del telefono perché, da contratto, non devi svolgere il tuo lavoro dalle sedi RAI. E perché nessuno si è mai preoccupato di questo?
Sostanziale è che molti collaboratori e consulenti svolgono attività giornalistica mascherata sotto altre formule e nomi e con la scusa che lavori con la “rete” e non con una testata il tuo lavoro non potrà essere mai utilizzato come praticantato e quindi nessuno ti chiamerà in una testata giornalistica perché ci sono altri precari prima di te.
Sostanziale è che chi ha un lavoro dipendente a tempo indeterminato è tutelato e spesso “abusa” della sua posizione ( come giornalisti che fanno fare interviste a società esterne in appalto e quindi non vanno a seguire il servizio e lo firmano pure).
Sostanziale è che di precariato si parli oggi dopo che da 20 anni in RAI sono cresciuti,in modo esponenziale, i lavoratori a partita IVA anche per far entrare amici e amiche degli amici o per assumere, come dirigenti, ex uffici stampa di partiti o giornalisti vicini all’una o all’altra parte.
Sostanziale è che parliamo oggi di precariato perché non c’è più lavoro, perché non si riesce, o no si ha voglia di ottimizzare le risorse attuali ( perché pagare compensi faraonici a conduttori,autori di lungo corso e non ridistribuirlo sui professionisti più penalizzati?).
Sostanziale è parlarne adesso perché il sindacato,anche dei giornalisti, si riprenda un ruolo che nel tempo ha buttato alle ortiche.
Sostanziale sarebbe chiedere alla RAI un diverso contratto che tuteli chi ha la partita IVA, che i compensi siano adeguati a contratti che possono durare anche tre mesi ( se non hai il santo in paradiso che ti aiuti a lavorare il più possibile).
Sostanziale è che ci batta perché i contratti rispettino il lavoro dei collaboratori e perché,per esempio, si venga pagati per ciò che si produce e non a puntate andate in onda ( per cui capita che se hai un contratto per x puntate ma poi non vanno in onda tutte tu perdi soldi e lavoro fatto…).
Quando ho iniziato a lavorare nel 1983 ( mio primo e unico contratto a tempo indeterminato) allora mi fecero firmare la lettera, con la data in bianco, di dimissioni in caso di gravidanza. Quella era un’imposizione ( e in alcuni casi lo è stata fino a poco tempo fa) e io scelsi dopo qualche anno di essere libera da quei lacci.
Forse dovremmo chiedere alla classe politica, quella che noi abbiamo votato, perché negli ultimi 10 anni non si è più occupata concretamente del mondo del lavoro e non ha voluto vedere come stava cambiando e non ha cercato di capire dove e come intervenire.
Se la RAI applica questi contratti e ha fatto selvaggiamente man bassa di mano d’opera intellettuale a basso costo è anche colpa di chi oggi si erge a nostro difensore.
(pubblicato su www.malitalia.it)