Gaza: il peso dei corridoi Philadelphi e Netzarim nella definizione dell’accordo

La Philadelphi Route nasce dopo il trattato del 1979 tra Israele ed Egitto: largo 100 metri e lungo 14 km, include il valico di Rafah. Il corridoio di Netzarim va dal confine israeliano al Mediterraneo e divide il nord della Striscia dal sud

Al Cairo i colloqui tra funzionari Usa, egiziani e israeliani, mentre la Casa Bianca spinge Israele e Hamas a trovare un accordo su una proposta ponte che porti a un cessate il fuoco a Gaza. 

E l’empasse nei negoziati per un’intesa su Gaza non riguarda più solo Israele e Hamas, ma anche l’Egitto, secondo cui la richiesta del premier israeliano Benjamin Netanyahu di mantenere truppe israeliane lungo il confine di 14 chilometri tra la Striscia di Gaza e l’Egitto, il cosiddetto Corridoio Philadelphi, costituirebbe una violazione del trattato di pace israelo-egiziano. E il governo del Cairo chiede agli Stati Uniti garanzie specifiche, ovvero che  se i soldati israeliani dovessero lasciare la “Route” nella prima fase dell’accordo, non vi ritorneranno nelle successive.

Intanto si rincorrono le notizie: da quella sul rifiuto del primo ministro israeliano di ritirare i soldati dal corridoio e la possibilità che il controllo possa vedere la presenza di una forza internazionale a quella, invece, sulla presentazione di una nuova proprosta che vede la presenza delle Nazioni Unite in alcuni punti dell Corridoio e dell’Unione europea al valico di Rafah. Dall’altra parte, Yahya Sinwar, il capo politico di Hamas, ha posto la sua “linea rossa”: nessuna intesa se prima l’Idf non lascia completamente la Striscia e soprattutto Netzarim e Filadelfia. Altre fonti, invece, affermano che Hamas aprirebbe alla presenza di una forza internazionale e sarebbe anche pronta ad accettare un veto su 50 nominativi di prigionieri palestinesi da liberare.

Nell’affannosa, pressante ricerca di un accordo, con le diplomazie che cercano pesi e contrappesi,  la partita si gioca anche attraverso le notizie che vengono fatte filtrare dalle diverse parti.

Come nascono i due corridoi

In ogni caso i due corridoi sembrano essere, per ora, centrali nei colloqui per l’accordo.

La Philadelphi Route nasce dopo il trattato del 1979 tra Israele ed Egitto. Firmato dall’allora presidente egiziano Anwar El-Sadat e dall’allora primo ministro israeliano Menachem Begin a Washington, in seguito agli accordi di Camp David del 1978 e all’indomani della vittoria egiziana nella guerra del 1973 contro Israele, l’accordo pose fine all’occupazione israeliana della penisola del Sinai in atto a partire dalla guerra del 1967. Firmandolo, l’Egitto è diventato il primo Paese arabo a riconoscere ufficialmente Israele. Il Trattato affidava tra l’altro all’Egitto il controllo del “Corridoio”. Il Cairo lo chiama “corridoio di Salah Al-Di”, dal nome di Saladino, sultano d’Egitto e Siria che sconfisse i crociati a Gerusalemme nel 1187. Il corridoio è largo 100 metri e si estende per 14 chilometri sul lato di Gaza al confine egiziano e include il valico di Rafah. Dopo che Hamas ha preso il controllo di Gaza nel 2007 strappandolo all’Anp, Israele ha imposto un blocco sulla Striscia e l’Egitto ha aumentato le restrizioni sui movimenti da e per Gaza. Ma la rete di tunnel ha consentito lo stesso il passaggio di merci e armi. Il 29 maggio l’esercito israeliano ha annunciato di averne preso il pieno controllo con l’obiettivo di ostacolare la capacità di Hamas di riarmarsi e rifornirsi. 

Il Corridoio Netzarim corre dal confine israeliano al Mediterraneo, separando di fatto il nord della Striscia dal sud, e prende il nome da un ex insediamento israeliano. Il corridoio vero e proprio, che attraversa la parte meridionale di Gaza City, è lungo circa 7 chilometri ed è stato creato solo durante l’attuale guerra. Israele vuole impedire così che la strada venga attraversata non solo dagli sfollati palestinesi che vogliono tornare alle loro case nel nord della Striscia ma, in assenza di militari israeliani, anche da miliziani di Hamas.