L’emergenza sanitaria ha come “oscurato” gli altri pazienti italiani, che siano a casa o in ospedale. In Italia ci sono quasi 120mila contagiati da coronavirus, quasi 50mila nella sola Lombardia. Dietro questi numeri però ne scorrono altri, di persone che in questo momento sono quasi invisibili perché l’emergenza ha sopraffatto tutti. Sono i circa 3 milioni e mezzo di italiani che, dopo una diagnosi di cancro, sono ancora in vita, lottano tutti i giorni per non arrendersi. Fanno prevenzione.
La storia toccante di Fabio
Cosa succede alla loro vita in questo momento? Ecco la storia di Fabio Salvatore, classe 1975, scrittore, attore ma soprattutto testimone di cosa vuol dire essere malato oncologico ai tempi del Covid-19.
A 21 anni gli viene diagnosticato un cancro alla tiroide. Lui è di Castellaneta, in provincia di Taranto. Un territorio, il suo, che sa bene cosa vuol dire combattere “ con il brutto male”. La storia di Taranto, dell’Ilva e dell’inquinamento che ha portato morte e malattia è conosciuta in tutto il mondo. Fabio non si è mai arreso perché, dice “il dolore, la difficoltà, non sono solo negativi”.
Noi malati abbiamo molti più problemi in questo periodo
Ha avuto una recidiva del tumore che gli ha portato problemi intestinali, intolleranze alterazioni della flora batterica. Da tre anni circa combatte con la fibromialgia, conosciuta come la “malattia invisibile”. È immunodepresso quindi una persona decisamente a rischio in questo momento. Ci racconta che “ la situazione non è facile per noi malati oncologici, non facciamo più i controlli periodici, molti degli ospedali sono stati dedicati al Covid 19. Molte attività ambulatoriali sono state bloccate”.
Non è facile vivere da soli
Lui vive a Roma ma sta facendo la sua quarantena a Castellaneta a casa della mamma, lontano dalla sua compagna che è al lavoro a Roma. È sereno, anche se l’ospedale della cittadina pugliese ha 21 medici, infermieri e socio sanitari contagiati dal focolaio e 4 pazienti.
Cosa mi troveranno al prossimo controllo?
Il suo pensiero è per chi come lui non può fare controlli, prevenzione e dice “il pensiero fisso è cosa troverò quando finalmente potrò rifare un controllo? Questa è una malattia che va tenuta sotto controllo che vive di prevenzione…”. Una paura che un po’ viene lenita da una buona notizia che arriva dalla rete oncologica regionale che è tornata operativa per i circa 130mila malati pugliesi a partire dai Co.Ro ( i centri di orientamento per i nuovi malati) e poi con 12 ospedali di riferimento divisi in 4 macroaree. Tutto questo dice Fabio “ perché la sanità pugliese ha risposto con tempistività e si è organizzata e questo ci dà speranza”.
Il sogno di Fabio è che il lockdown finisca e “scapperò al mare e metterò i piedi in acqua!”.
(Pubblicato su Tiscalinews il 4 aprile 2020)