Berlusconi: le luci della ribalta si spengono e lui sente la fine avvicinarsi.
Non so perché sono giorni che lo vedo aggirarsi,Berlusconi, tra Palazzo Grazioli e Monte Citorio. Ascolto le sue dichiarazioni e mi par di vedere un fantasma.
E’ un uomo alla fine che nel suo voler essere sempre in video ( che è stata la sua malattia di sempre), somiglia tanto ad Al Capone,interpretato da De Niro, nel film “Gli Intoccabili” quando, arrestato, dice al poliziotto Kevin Costner, in senso dispregiativo “Sei tutto chiacchiere e distintivo” .
Ecco Berlusconi è così: un uomo alla fine della sua carriera. Messo da parte dai mercati e da un uomo che lui ha sempre ridicolizzato anche perché lo considerava vecchio e rimbambito.
Un uomo che cerca di riconquistare lo spazio sui giornali oramai tutti al seguito di SuperMario e del suo programma ( che anche un po’ il suo ma che a tutti sembra un altro chissà perché).
Un uomo che dice “La democrazia è sospesa in questo paese” sperando di sollevare polemica, ma nessuno se lo fila. E che non vedendo reazione dice “Noi stacchiamo la spina quando vogliamo”. Una minaccia in stile mafioso ma anche l’emblema di un uomo in preda ad una crisi di nervi. Un uomo che cerca disperatamente ancora di farsi sentire.
I riflettori si sono spenti su di lui. Ogni tanto si accende una luce ma oramai le tavole del teatro della politica sono calcate da altri.
Certo il berlusconismo con la sua voglia di apparire è ancora tra noi. C’è ancora quello che vuole fregare l’altro e sentirsi così più furbo, c’ è chi pensa che fatta la legge trovato l’inganno, c’è qualcuno, come l’On.le Laboccetta che ha come assistente parlamentare il figlio di un mafioso e gli sembra normale e siede pure in Commissione Antimafia.
C’ ancora la ragazzina tutte curve che pensa che il fisico è il suo passaporto per il futuro e non le interessa se deve passare per un letto o per il divano…..
Ma si avverte il cambiamento e Berlusconi sa che non può far spegnere i riflettori su di lui altrimenti sarà la fine, ma è già finito. Il giorno in cui Giorgio Napolitano ha diramato un comunicato ufficiale in cui si metteva nero su bianco il momento delle dimissioni del premier.
L’uomo dell’apparire messo all’angolo dall’uomo del silenzio. L’uomo da cinepanettone e l’uomo del teatro di Eduardo. Parole contro sostanza.
E quello che brucia ancora di più a Berlusconi è che questo governo sotto sotto sembra la vendetta di Romano Prodi, basta guardare bene tra le pieghe dei curriculum dei vari ministri.
E così il nuovo, l’imprenditore che scende in politica per cambiare il mondo viene esautorato da quell’asse DC-PCI che ha governato l’Italia dal dopoguerra e che negli ultimi venti anni sembrava assopito. Ma i Gattopardi, quelli veri, sono sempre vivi.
(pubblicato su www.malitalia.it e www.lindro.it)