“Poter ammirare la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”.
Parole di Paolo Borsellino che oggi più che mai sono attuali. La contiguità, la complicità, il compromesso morale sono sotto gli occhi di tutti. Il Paese sembra inebetito, incapace di ribellarsi a questo stato di cose che ogni giorno riempie le pagine dei giornali e che pervade tutto il territorio italiano, basti pensare agli arresti tra Calabria e Lombardia. Anche la “Milano da bere”, il cuore della finanza è “colluso” e “compiacente” con i boss dell’Aspromonte. E anche qui tornano in mente le parole di Paolo Borsellino: “politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si accordano o si fanno la guerra”. La sensazione netta e chiara è che si siano accordati e che il patto sia ancora più forte di quelli ( occulti o palesi) dei decenni passati.
Sono passati 18 anni da quel fumo, nero e denso, che si alzava nel cielo di Palermo in un’estate calda con le spalle curvate dal dolore della strage di Capaci. Sono passati 18 anni dal discorso di Paolo Borsellino alla Biblioteca di Marsala il 25 giugno 1992 quando sapeva già che la sua fine era vicina.
Paolo Borsellino usava parole desuete per il mondo di oggi “E’ bello morire per ciò in cui si crede: chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”. E questo non è un grido di battaglia o il riconoscersi in una parte politica. E’ il testamento di un uomo onesto, di un magistrato fedele alla legge e alla Costituzione. Un magistrato che ha frapposto la sua integrità morale a quel potere “colluso e compiacente” che aveva deciso di scendere a patti con la criminalità organizzata.